STORIA
L’idea di un associazione è nata a seguito di una tragedia avvenuta, l’11 maggio 2002, su quelle maledette strisce pedonali della circonvallazione, nei pressi dello stadio di Lucca. Quel giorno la perdita di un figlio, Claudio, insieme a quella di un suo caro amico, travolti entrambi da un americano che era ubriaco (aveva un tasso alcolemico di oltre cinque volte quello consentito), che andava a 80 Km. in una strada urbana (massimo consentito 50 Km.), che non ha avuto il coraggio di andare dai genitori a chiedere perdono e che la giustizia degli uomini non ha “saputo” punire (nemmeno ritirato il passaporto, tre giorni dopo se n’è tornato in America come se niente fosse accaduto), quel giorno, dicevo, ha cambiato molte vite ad iniziare dalla mia.
Nata anche dalla
consapevolezza che ogni anno, le strade italiane “producono” circa
5-6.000 morti; che per chi ha meno di 40 anni la strada è la prima
causa di morte; che in un anno vi cadono oltre 50 bambini, circa 1.000 ragazzi
da 12 a 24 anni e 1100 donne; che alla richiesta dell’Unione Europea,
agli Stati membri, di adoperarsi per ridurre del 4% l’anno il numero
dei morti sulle strade, l’Italia ha risposto, “siamo italiani”,
con un aumento del 4,7% dei morti e di oltre il 5% di incidenti e feriti.
Ci faranno certamente i complimenti per essere, come al solito, tra i primi,
peccato che ogni volta dobbiamo rovesciare la classifica. “Numeri”
terrificanti che generano morte e sofferenze. In ogni “strage”
si consuma un dramma diverso per ciascuno di noi, ma, vi assicuro, sempre
con un impatto devastante. E il peggio deve ancora venire, viene quando ci
accorgiamo che la società non ha voglia né tempo di occuparsi
di morti, di giustizia, di memoria e di solidarietà. La frase più
ricorrente e becera che ci accompagna nel calvario che segue è “Tanto
nessuno ve lo può ridare”
E’ allora che nasce, dal dolore, l’ira: dignitosa o sciamannata,
di lacrime o di improperi, produttiva o devastante, cresce nel tempo una rabbia
profonda e sacrosanta contro questa società che ci ha tolto una persona
cara, viva, per negarci anche il rispetto e la dignità del dolore.
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della mia
vita. I volontari della Croce Verde, una minoranza prodigiosa, un qualcosa
d’atipico in questo mondo imbarbarito. Pensare ed agire per gli
altri, donare qualcosa di proprio agli altri, che anomalia! Che cosa
pensare o dire dei volontari della Croce Verde di Lucca che in oltre
un secolo si sono alternati, con abnegazione, a favore |
Nata da una visita al Villaggio del Fanciullo di Lucca, dove il ricordo mi porta a tanti anni fa, quando, figlio d’immigranti lucchesi in terra Argentina, arrivato in Italia, trovai il mio primo amico, a scuola, in un compagno di banco, era un ragazzo del Villaggio e dove Don Diomede mi racconta la storia del Villaggio, le necessità e le difficoltà a portare avanti l’opera in favore dei ragazzi.
dove oltre
il 20% della popolazione ha meno di dieci
anni, dove molte famiglie hanno difficoltà ad andare avanti,
figuriamoci a mantenere i propri figli a scuola. Una cittadina dove
la luce elettrica è arrivata da pochi anni, dove l’acqua
manca ancora in molte case, dove le poche strade sono in sconnesso pavé,
dove si possono vedere i |
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Quando il dolore è smisurato è importante trovare un nuovo scopo, darsi nuovi obiettivi, per dare un senso alla propria vita.
A seguito di quanto suddetto, ne parlai in famiglia, con gli amici di Claudio, insieme a loro è maturata l’idea di un’associazione con lo scopo di promuovere e sostenere: l’istruzione e l’assistenza socio-sanitaria nei paesi del sud del mondo; le attività di formazione, prevenzione, informazione e educazione sulla sicurezza nelle strade; le attività di associazioni, enti e/o istituzioni quali la Croce Verde ed il Villaggio del Fanciullo con finalità analoghe e/o di pubblica utilità.
Qual è il significato
di fondo dell’associazione, nata dal dolore e nel ricordo
di Claudio, che ha cessato di sorridere, di gioire, di sognare e che ora gli
amici e la famiglia vogliono far rivivere seminando quell’allegria che
Claudio emanava verso gli altri, in particolare verso i bambini, dando vita
ad un sogno: aiutare gli altri affinché una lacrima si trasformi in
un sorriso, affinché le nostre città siano vivibili e più
sicure, dare in poche parole solidarietà, amore e sicurezza.
Il 7 maggio 2005, tre anni dopo la tragedia, nei locali della Croce Verde
di Lucca, viene redatto l’atto costitutivo dell’associazione.
L’associazione diventa operativa agli inizi di ottobre del 2005, alla
fine dell’anno conta già 200 soci.
celestino
marchini